Canto XXXIV Inferno

Nuovi personaggi

  • Giuda
  • Bruto
  • Cassio
  • Lucifero

Luogo

  • Nono cerchio, Giudecca 

Peccatori, pena e contrappasso

  • Traditori dei benefattori
  • Immersi nel ghiaccio del Cocito, immobilizzati e incapaci di parlare. Giuda, Cassio e bruto si trovano nelle tre bocche di Lucifero, che a sua volta si trova conficcato nel ghiaccio fino al petto mentre versa lacrime costantemente.
  • Lucifero è parodia divina: la bruttezza, l'immoralità, l'assenza di parola e la natura triforme

Trama

L'ultima zona, la Giudecca, è dove vengono puniti i traditori dei loro signori e benefattori. Il canto si apre con un verso in latino pronunciato da Virgilio, che annuncia 'avvicinarsi di Satana, re dell'inferno. Dante inizia a scorgerne la colossale figura: da lontano sembra un mulino che produce vento, piuttosto che subirlo. Il protagonista si ripara dietro a Virgilio per sfuggire al soffio gelido. 

Le anime qui sono completamente immerse nel ghiaccio. Prima che il più tremendo incontro infernale abbia luogo, compare un appello al lettore (il settimo della cantica) che attira l'attenzione sulla condizione di Dante: non morto eppure non più vivo. La descrizione di Lucifero insiste sulla sua mole e sulla bruttezza che lo caratterizza, l'immagine distorta della sua bellezza originaria: ha tre volti di tre colori diversi e in ciascuna delle tre bocche maciulla un peccatore. Si tratta di Cassio, Bruto e Giuda, traditori i primi due di Giulio Cesare, loro imperatore, e il terzo di Gesù, il Redentore.

Dalle sei ali della bestia che si agitano continuamente proviene il vento che congela il Cocito; dagli occhi gli scendono lacrime, che si mischiano al sangue sul mento. Con le mani artigliate tormenta il peccatore che tiene stretto nella bocca centrale. Questo è tutto: l'assoluta realtà del male non permette alcuna interazione. 

Virgilio invita a procedere oltre; il protagonista ha ora fatto esperienza di tutto quanto c'era da vedere. Inizia così la fase di ascesa: Dante si aggrappa a Virgilio, che inizia a discendere lungo il corpo di Satana, nello spazio tra questo e il ghiaccio. Ad un certo punto la guida inverte faticosamente l'andamento e comincia a salire. I due arrivano finalmente a una cornice: Dante, stupito, vede le gambe di Satana svettare verso l'alto. 

Virgilio spiega che hanno attraversato il centro della terra e che si trovano sull'altro lato rispetto alla Giudecca. Sono le sette e trenta del mattino ed è sabato in questa parte del mondo in cui sono sbucati, che è quella dove si trova il paradiso terrestre. La caduta di Lucifero e il ritrarsi della terra al suo passaggio hanno creato questa disposizione geografica. Dall'alto discende un ruscello che ha scavato una galleria nel terreno, risalendone il corso Dante e Virgilio riguadagnano la superficie e ai loro occhi si mostra finalmente il cielo di questo mondo, trapunto di stelle. 


Caberlotto L., Minchio E., Novello G., Tomaello N., Zanon E. 
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