Canto XXXII
Personaggi
Dante
Stazio
Matelda
Beatrice
Luogo
Eden o paradiso terrestre, sulla cima del monte del Purgatorio.
Trama
Il sorriso di Beatrice cattura l'attenzione di Dante da meritargli un richiamo delle tre virtù. L'avvertimento arriva troppo tardi e, quando Dante guarda a sinistra, si trova temporaneamente accecato. Riacquistata la vista, nota che la processione ha invertito la direzione di marcia.
I due gruppi di virtù riprendono i propri posti accanto alle rispettive ruote del carro, e Matelda, insieme a Stazio e Dante, si accoda al gruppo di destra. Mentre avanzano nella foresta, resa deserta dal peccato di Eva, sentono un canto angelico. Poco dopo, Beatrice scende dal carro di fronte a un albero spoglio. Tutti mormorano il nome di Adamo e lodano il grifone per non essersi cibato dei frutti. Il grifone risponde e poi lega il carro all'albero, che subito si ricopre di fiori tra il rosso e il viola.
Dante non riesce a capire le parole dell'inno cantato dalle figure intorno all'albero né riesce a sostenerlo tutto. Rinunciando a descrivere il proprio assopimento, il poeta passa al momento in cui il protagonista viene svegliato da una luce e dalla voce di Matelda.
Come Mosè ed Elia scomparvero alla vista dei tre apostoli dopo la trasfigurazione di Cristo, così anche Dante al risveglio vede solo Matelda. Chiede quindi dove sia Beatrice, e Matelda gliela indica, seduta sulle radici dell'albero. Beatrice profetizza che Dante dovrà tornare per un breve tempo in quel luogo prima di diventare cittadino della Città Celeste. Il suo compito ora è osservare il carro e narrarne le vicende che stanno per accadere.
Seguono una serie di trasformazioni che rappresentano le varie vicende della Chiesa nel mondo. Il primo atto vede l'aquila abbattersi con violenza sul carro, simbolo delle persecuzioni subite dagli imperatori romani; poi una volpe si getta sul carro, rappresentando le eresie; l'aquila lascia cadere alcune penne sul carro, simboleggiando la donazione di Costantino; un drago conficca la coda nel fondo del carro e si allontana portandone via un pezzo, rappresentando lo scisma musulmano; ciò che resta del carro si ricopre di penne come di un mantello, simbolo della protezione offerta da Carlo Magno e Pipino; dal carro spuntano sette teste con dieci corna, rappresentando la Chiesa corrotta; un gigante, simbolo della cattività avignonese, compare sul carro insieme a una prostituta, guardata a vista da lui.