Canto XIII Inferno

Nuovi Personaggi

  • Pier della Vigna
  • Lano da Siena
  • Jacomo sa Sant'Andrea
  • un fiorentino suicida

Luogo

Settimo cerchio, secondo girone 

Peccatori, pena e contrappasso

  • Suicidi e scialacquatori (violenti contro se stessi)
  • I suicidi vengono trasformati in alberi secchi i cui rami sono straziati dalle arpie
  • Gli scialacquatori sono inseguiti e sbranati da cagne
  • I suicidi hanno rifiutato la condizione umana e quindi sono ridotti allo stato vegetale
  • Gli scialacquatori sono fatti a pezzi da cagne come in vita dilapidarono il loro patrimoni

Trama

Dante e Virgilio si trovano ai margini di una foresta orripilante, infestata da arpie (uccelli con volti umani). Dante chiede alla sua guida da dove provengano i lamenti dei dannati che sente, Virgilio gli risponde ordinandogli di rompere un ramoscello preso da un cespuglio. Il protagonista inorridisce nel momento in cui rompendo il ramo inizia a sgorgare del sangue.
Virgilio si scusa con l'anima ferita dicendo che Dante non avrebbe mai creduto a quello che aveva letto nell'Eneide senza aver fatto esperienza diretta. Il protagonista inoltre offre la fama letteraria. Il dannato ribatte con un'arringa in stile aulico e ordinato secondo lo schema della retorica.
Incontrano successivamente Pier della Vigna (consigliere di Federico II), che accusato di tradimento si toglie la vita per protestare la sua innocenza. Pier chiede a Dante di riattivare la sua fama nel mondo.
Dante si domanda inoltre cosa succederà alle anime e ai corpi dei dannati alla fine dei tempi, Pier risponde dicendo che le anime diventeranno semi delle piante che sono ora e che i corpi verranno impiccati ai rami della pianta del dannato per l'eternità.
Alla fine della discussione in corso appaiono due scialacquatori inseguiti da una muta di cani: Lano da Siena e Jacomo sa Sant'Andrea. I due dannati riescono a nascondersi dentro un cespuglio, ma vengono trovati e sbranati.
Il canto si conclude con un ultimo dialogo tra Virgilio e un suicida anonimo, che gli dice di essere della Firenze successiva a Marte e antecedente a Giovanni Battista. 

Caberlotto L., Minchio E., Novello G., Tomaello N., Zanon E. 
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